Per depressione si intende uno stato di disagio psicologico caratterizzato da umore triste o depresso e da pensieri di autosvalutazione.
Il Disturbo bipolare è una condizione psicologica caratterizzata da alternanza di fasi umore “depresso” e di umore “euforico.
Per ansia si intende uno stato di attivazione psicologica simile alla paura associato spesso a comportamenti di evitamento o bisogno di rassicurazione.
E’ una condizione psicologica caratterizzata da pensieri intrusivi (ossessioni) e da comportamenti ripetuti (compulsivi) che hanno la finalità di calmare l’angoscia derivata dalle ossessioni.
I disturbi dell’alimentazione sono caratterizzati da una alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo.
Il lutto è l’esperienza di intenso dolore che si vive a seguito della perdita di qualcuno di molto caro.
I disturbi del sonno si declinano in diverse forme, tutte ne compromettono la qualità e quindi possono creare disagi emotivi, difficoltà di memoria e riduzione generale della qualità di vita.
Capita talvolta che un disagio di tipo psicologico emerga attraverso il corpo. Spesso la persona continua a sottoporsi a controlli medici ma non riesce a rintracciare una causa organica ai propri disturbi.
I disturbi della sfera sessuale si declinano in varie forme e portano spesso ad una compromissione delle relazioni affettive perchè impediscono di vivere la sessualità in maniera serena.
Lo stress lavorativo può scaturire da molteplici situazioni a cui la persona fatica a fare fronte.
Possiamo definire il “trauma” come qualcosa che irrompe nel consueto modo di vivere e di vedere il mondo e che ha un impatto negativo sulla persona che lo vive.
È perfettamente comprensibile che in alcuni momenti della vita ci si possa sentire come di fronte ad un ostacolo insormontabile.
Le difficoltà nelle relazioni che la persona vive (familiari, amorose, amicali, lavorative ecc) possono essere dovute a numerose situazioni e spesso il denominatore comune riguarda le dinamiche comunicative.
Capita talvolta che nella coppia uno dei due o tutti e due i/le partner inizino a considerare l’altro/a come indispensabile per la propria esistenza.
Sviluppare una patologia importante può implicare grandi cambiamenti su più piani della propria vita: personale, fisico, relazionale, familiare, lavorativo…
I sintomi più caratteristici di uno stato depressivo sono il frequente pianto, perdita di interesse per le attività abituali, aumento o diminuzione sensibile di peso, difficoltà di addormentamento o periodi di sonno prolungato, facile distraibilità, irritabilità, agitazione, calo del desiderio sessuale, pensieri di morte, pensieri di autosvalutazione e di mancanza di valore personale. Ci si sente senza via d’uscita, non si sente più la motivazione a svolgere come prima le attività quotidiane e si tende a rimanere inattive/i, spesso a rimuginare.
Le fasi di umore depresso e umore euforico tipiche di questo disturbo possono durare da qualche giorno a qualche mese. Nella fase depressiva, si possono vivere sintomi simili ad una vera e propria depressione ossia umore deflesso, pensieri di autosvalutazione, scarso appetito, insonnia o ipersonnia. Nelle fasi maniacali si può sperimentare una sensazione di importante euforia e ottimismo con ridotta necessità di sonno, senso di onnipotenza e iperattività.
L’ansia è un eccessivo timore per ciò che potrà accadere e spesso sentiamo di non avere gli strumenti necessari per farvi fronte. Per certi versi potremmo dire che l’ansia è una condizione naturale che si presenta nella nostra quotidianità e può esserci anche utile per affrontare quello che ci troviamo a vivere perchè ci obbliga ad impegnarci, a stare “sul pezzo”. Pensiamo, ad esempio, all’ansia prima di una prova importante, che ci permette di mantenere alta la nostra concentrazione. In altri casi, invece l’ansia può bloccarci e ci fa sperimentare sensazioni spiacevoli e ci si può sentire senza via d’uscita.
I “disturbi d’ansia” possono assumere diverse forme, tra cui:
Le ossessioni sono appunto pensieri, impulsi o immagini vissuti come indesiderati e disturbanti. Le compulsioni sono invece dei comportamenti che si mettono in atto allo scopo di calmare, risolvere o controllare le ossessioni. Per esempio una persona potrebbe avere il pensiero martellante di non aver chiuso a chiave la porta di casa (ossessione) e allo scopo di calmare tale pensiero si costringe a girare la chiave avanti e indietro per sette volte. Sia le ossessioni che le compulsioni sono indesiderate e difficili da controllare.
I principali disturbi sono:
Sono caratterizzati da restrizioni alimentari e digiuno, crisi bulimiche (ingestione una notevole quantità di cibo in un breve lasso di tempo accompagnata dalla sensazione di perdere il controllo), vomito autoindotto, assunzione impropria di lassativi e/o diuretici al fine di contrastare l’aumento di peso, intensa attività fisica finalizzata alla perdita di peso.
A questi disturbi possiamo aggiungere l’ortoressia (ovvero l’esagerata preoccupazione per una alimentazione sana, che spinge la persona ad eliminare particolari gruppi di cibi essenziali per una “dieta equilibrata”) e la vigoressia (caratterizzata dalla preoccupazione di non essere abbastanza muscolosi, da una marcata dipendenza per l’attività fisica e dalla tendenza a controllare eccessivamente al dieta).
È importante ricordare che questi disturbi possono riguardare sia gli uomini che le donne.
Le sensazioni legate al lutto vanno dall’incredulità alla rabbia, dalla disperazione alla rassegnazione, dalla negazione alla sensazione che nulla sarà più come prima. Elaborare il lutto significa attraversare tutte queste sensazioni fino ad arrivare a ripensare la propria esistenza senza la persona cara. Possiamo elaborare un modo del tutto personale per rimanere in contatto con quelle parti di noi che derivano dalla relazione con la persona che non c’è più e trovare il modo di tenerlo in vita dentro di noi. Da un lutto si esce sicuramenti cambiati.
Ogni persona trascorre circa un terzo della sua vita dormendo. Il sonno è un momento fondamentale per la nostra salute e il nostro benessere: esso svolge importanti funzioni sia per le nostre funzioni cognitive, sia per la rigenerazione dei nostri tessuti nonché per il sistema immunitario e per l’apparato cardiocircolatorio. E’ fondamentale avere un sonno di qualità. La difficoltà ad addormentarsi o di mantenere il sonno oppure l’alterazione del normale ciclo sonno-veglia possono rovinare il nostro riposo e generare quindi a cascata vari problematiche di diversa natura. Non è raro che la presenza di disturbi del sonno sia indice di un problema psicologico profondo.
Mente e corpo sono spesso considerati come entità separate che invece sono strettamente collegate e interdipendenti: insieme formano un unico sistema integrato, influenzato da fattori biologici, psicologici, sociali.
È per questo che non possiamo stupirci se il nostro corpo esprime un disagio non altrimenti esprimibile.
Si distinguono due categorie di disturbi psicosomatici:
I disturbi psicosomatici possono presentarsi come:
I disturbi della sfera sessuale possono avere cause organiche oppure psicologiche. Nel caso in cui vengano escluse cause organiche essi possono essere ricondotti a dinamiche personali e/o interpersonali che appunto vanno ad interferire su uno o più aspetti della sfera sessuale di una persona. Possono insorgere disturbi del desiderio sessuale (scarso desiderio oppure avversione sessuale), disturbi dell’eccitazione sessuale (difficoltà erettili nell’uomo e mancata eccitazione o lubrificazione nella donna), disturbi dell’orgasmo (eiaculazione precoce, eiaculazione ritardata, anorgasmia, ecc…) e disturbi della fase di risoluzione (per esempio cefalea post-coitale).
Le situazioni tipiche sono ad esempio il carico di lavoro eccessivo, il lavoro notturno, la turnazione, la precarietà del lavoro, i conflitti o una esagerata competizione con i/le colleghi/e o conflitti con i/le superiori. Non esistono lavori più stressanti di altri e i segnali di stress lavoro correlato possono essere diversi, riconducibili a tre aree:
Non tutte le persone che vivono un’esperienza traumatica reagiscono allo stesso modo: le risposte subito dopo uno di questi eventi possono variare dal completo recupero e il ritorno ad una vita normale in breve tempo, fino alle reazioni più gravi, quelle che impediscono alla persona di continuare a vivere la propria vita come prima dell’evento. Questa situazione, che può arrivare anche a delinearsi in un Disturbo da Stress Post-Traumatico, è caratterizzata appunto dal “rivivere” continuamente l’evento traumatico, continuando a provare tutte le emozioni, sensazioni e pensieri negativi esperiti in quel momento. Quando ci si rende conto che la sofferenza è significativa, è utile chiedere aiuto per poter stare meglio.
Alcune tappe della vita di ognuno/a possono essere impegnative da affrontare, come ad esempio un lutto, una storia d’amore andata male, una gravidanza difficile, la maternità e/o il post-partum, una diagnosi di infertilità, il pensionamento, una separazione o un divorzio, un insuccesso lavorativo.
Quando la persona si sente intrappolata in questa esperienza di difficoltà, può sentirsi persa, addolorata, incapace di vivere il presente e di guardare avanti.
Sentire che l’altro/a tenta di comprenderci ed essere interessati/e a comprenderlo/a ci fa sperimentare relazioni ricche e soddisfacenti, sebbene non si possa essere sempre d’accordo. Al contrario, non sentirsi considerati/e, accettati/e, ascoltati/e può far vivere delle relazioni che generano frustrazione e sofferenza.
Cercare di comprendere cosa sta accadendo, dal nostro punto di vista e dal punto di vista dell’altro/a, può essere un modo per ripartire.
L’altro/a diviene la ragione della propria vita e pertanto non si può nemmeno lontanamente accettare l’eventualità di perderlo.
L’investimento affettivo è tutto rivolto quindi solo al/la partner. Tutto il resto passa in secondo piano. In questo tipo di relazione la persona cerca soddisfacimento di tutti i propri bisogni nel/la partner e riduce al minimo le interazioni con altri/e esterni/e alla coppia o comunque disinveste negli altri ambiti di vita. Tale situazione non solo non favorisce dinamiche positive della coppia, che dovrebbe invece favorire la piena reciproca realizzazione di vita, ma produce sofferenza in entrambi/e i/le partner che spesso soffrono per il vincolo e il limite che la relazione rappresenta.
Può suscitare vissuti di paura, rabbia, impotenza e la difficoltà a riconoscersi nei nuovi panni di persona malata.
Non sempre è facile condividere quello che si prova in questi casi, per paura di diventare un peso o anche, semplicemente, per la paura di ammettere a se stessi/e che ciò che si sta vivendo sia reale. A volte si rischia di isolarsi, perdendo risorse importanti per mantenere la qualità della propria vita.
Se da un lato non si può impedire ad alcune situazioni di verificarsi, come ad una malattia, dall’altro si possono trovare dei modi più efficaci di altri per attraversarle e per far sì che il dolore provato non passi invano.
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