A cura di Elena Daniel
L’eterno dilemma: fare e rischiare di sbagliare o stare fermi ed evitare ogni rischio?
Ogni scelta prevede una percentuale di rischio e, per inseguire la
perfezione, capita di rimanere invischiati nel non scegliere niente o
nel procrastinare all’infinito le decisioni. Che arrivano poi a puzzare
di muffa.
Perché si ha così tanta paura di sbagliare?
– perché si crede che un errore implichi un giudizio di valore su di noi. Un’equazione del tipo “sbaglio= sono incapace”
– per paura del giudizio degli altri. “Sbaglio = tutti penseranno che sono incapace”
– per l’idea che gli errori siano assoluti, eterni e irrimediabili.
“Sbaglio= vedranno quanto poco valgo e non vorranno più mantenere la
relazione con me”
– per l’idea che nel vivere un’esperienza, l’unica cosa che conti sia il
risultato – “sono in difficoltà con gli esami= sto buttando via il mio
tempo all’ università.
Come fare allora? Come mai alcune persone vivono con
molta più leggerezza gli errori? Vediamo insieme alcuni aspetti che
andrebbero tenuti in considerazione:
– dopo un errore non c’è il “nulla eterno”: nella maggior parte delle
situazioni si può rimediare, scusarsi o migliorare la prossima volta;
– sbagliare non significa essere deficienti: ci sono molte motivazioni
per cui una persona sbaglia (poca esperienza, scarse informazioni,
stanchezza, essere in un brutto periodo della vita, non aver soppesato
bene alcuni aspetti, difficoltà a gestire le emozioni…). Tenerne conto
non significa giustificarsi ma comprendere il contesto in cui avvengono
le cose;
– se si è sbagliato personalmente, è fondamentale capire cosa non abbia
funzionato e cosa si possa fare per non ripetere lo stesso errore;
– le esperienze sono molto più del risultato ottenuto: il successo
dell’università non può essere ridotto al voto ottenuto agli esami
(università è sperimentare autonomia, organizzare il proprio lavoro,
conoscere persone, nuovi modi di vedere il mondo, vedere nuove città,
sostenere un discorso davanti ad altre persone, bere uno spritz in
compagnia ecc…);
– accettare di sbagliare è fondamentale per evolvere: nessun bambino
impara a camminare senza cadere. L’errore è una parte fondamentale di
ogni apprendimento;
– il giudizio altrui: è il punto di vista di qualcuno su una determinata
situazione. Non è la verità. Parla più di chi giudica che di chi viene
giudicato.